Il primo contributo di questo blog non poteva che essere dedicato a lei, la “prima donna della storia dell’umanità” Eva, colei che per alcuni è nata come unità con l’uomo, per altri da una sua costola con lo scopo di tenergli compagnia nel paradiso terreste.
Eva che da sempre è considerata la prima peccatrice della storia, non solo disobbediente agli ordini di un Dio invisibile e maschio, ma soprattutto tentatrice di Adamo, colei che lo porta ad assaggiare il frutto proibito, condannandolo al dolore dell’esistenza terrena.
È solo colpa di Eva, una donna, se siamo condannati a vivere lontani dal paradiso terreste, è lei che non ha voluto accettare le regole del suo creatore, cambiando in negativo le sorti di tutto il genere umano, che dall’origine dei tempi è costretto a soffrire.
Questa però è la storia che ci ha raccontato qualche uomo, e sì perché dall’origine dei tempi la storia, quella con la S maiuscola, la scrivono gli uomini. La donna o è invisibile, un passo indietro, adorno delle grandi rappresentazioni storiche o è dipinta come caos, in opposizione all’ordine maschile. Diventa strega, meretrice che infrange le regole di un ordine divino maschile ed è pericolosa, da tenere a bada, da punire, emarginare, condannare se non resta al suo posto.
Ma se il pensiero dominante fosse stato un altro, forse oggi la vedremmo e parleremmo di lei in modo opposto, in fondo Eva non è colei che vuol conoscere? Colei che non si accontenta di un ordine dato (non toccare il frutto proibito, ma proibito poi da chi?) e che sceglie di prenderselo sto frutto, di fare esperienza, di conoscere le cose.
Ma se è così, Eva non è la porca Eva di sempre, non è la peccatrice originale, Eva è l’eroina dell’umanità, colei che simbolicamente ci ha fatto dono del sapere, colei che ci ha liberato dalla noia di un paradiso terreste.
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